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Come sapete Aurora la scorsa settimana ha iniziato a frequentare la scuola dell’infanzia.
Evvai, fine degli incastri tra orari di lavoro, ferie, nonni e zie!
E invece no.
C’è da fare l’inserimento.
Ora. A parte che già la parola ‘inserimento’ mi fa venire l’orticaria, ma tralasciamo le questioni linguistiche e passiamo al sodo.
Aurora ha iniziato martedì 13. Fino a mercoledì 21 (sì, il 21, avete letto bene!) non potrà fermarsi a pranzo a scuola e quindi uscirà alle 11.45. Di dormire all’asilo se ne parla poi giovedì 29. Fino a quel giorno uscita alle 13.30.
Ma non vi sembra che stiamo un po’ esagerando???????????
Capisco che per i bambini sia una fase delicata, un passaggio importante che richiede tutte le attenzioni e le accortezze possibili.
Capisco che per chi non è andato al nido sia il primo vero distacco da mamma e papà.
Capisco che partire con il piede giusto è fondamentale per far sì che i bimbi possano andare a scuola serenamente e senza (troppi) pianti.
Capisco tutto. Ma 16 giorni di inserimento anche no.
Al nido l’ambientamento (suona meglio, no?) era durato tre giorni. Tre. E in quel caso parliamo di bimbi molto più piccoli.
In fondo non stanno andando in guerra. Vanno all’asilo. A giocare, divertirsi, stare in compagnia. E per quanto salutare la mamma al mattino possa essere complicato (per entrambi), poi loro lì stanno benone!
Io credo che sia molto peggio essere sballottati tra maestre, genitori, nonni e baby sitter piuttosto che fermarsi tutto il giorno all’asilo. Ma tant’è. Perchè i genitori lavorano e non possono certo chiedere 16 giorni di ferie per l’inserimento del figlio.
Poi ben venga la disponibilità ad essere flessibili in caso durante i primi giorni emergano particolari problemi o necessità. Ci saranno bambini (o genitori????????) che avranno bisogno di più tempo. Ma nella stragrande maggioranza dei casi io credo che questo lungo lunghissimo inserimento crei più difficoltà (organizzative e non solo) che altro.
E da voi come funziona? Anche voi alle prese con l’inserimento?
Sara