Come (e perché) ho smesso di allattare 

Vi ho già raccontato di come per me allattare sia stato, entrambe le volte, tanto bello quanto faticoso. 

Nonostante le ragadi, il sangue, il dolore, con Aurora ho stretto i denti e l’ho allattata al  seno per undici mesi.
Con Giacomo le cose sono andate diversamente.

A differenza della sorella, infatti, Giacomo si attaccava al seno in maniera scorretta, provocandomi ulteriore dolore. Ho provato a correggere il suo attacco molte volte, ma non c’è stato verso. Inoltre, se Aurora stava attaccata al seno anche più di mezz’ora, lui faceva poppate molto più brevi ma decisamente più agitate. Si attaccava e staccava continuamente dal capezzolo e per me significava che il dolore si moltiplicava all’infinito.

Per tentare di risolvere il problema, ho iniziato ad utilizzare il tiralatte. 
Inizialmente ho creduto di aver finalmente trovato la soluzione. I tagli sono guariti e io non avevo più dolore. Peccato che non avessi più neanche una vita. O stavo allattando o mi stavo tirando il latte che, più andavo avanti, più faticavo a raccogliere poiché la stimolazione del mastosuttore non è paragonabile a quella del bimbo che ciuccia e quindi la produzione andava via via diminuendo tanto che ho dovuto iniziare ad integrare con il latte artificiale.

Ero stanca e nervosa e quando mi è venuta la mastite, con un dolore indescrivibile e febbre alta ho detto basta. 

È stata una decisione che ho preso piangendo, perché ci tenevo moltissimo ad allattare e perché mi sentivo in colpa. In fondo con Aurora ero andata avanti quasi un anno. 

Ma è stata la decisione migliore che potessi prendere. Per me, per i miei bimbi, per il mio compagno. Per recuperare la serenità, le energie e il tempo che mi servivano per gestire la vita famigliare come volevo, come avevo sempre fatto, come la mia famiglia merita. 

É stata durissima. Mentalmente e fisicamente. Ci sono voluti parecchi giorni per rimettermi in sesto e ancora adesso, ogni tanto, allattare mi manca.

So che ci sarà qualcuno che non sarà d’accordo con la mia scelta, che penserà che avrei dovuto/potuto continuare ad allattare, che mi guarderà con superiorità ogni volta che tirerò fuori il biberon per nutrire mio figlio. Ma io so di averle provate tutte e di essere arrivata al limite. E so che da quando non devo più fare i conti con il dolore, i tagli, gli ml di latte tirato che non erano mai abbastanza, ho iniziato davvero a godermi il mio bambino, questi momenti che corrono veloci e non tornano più e poi mancano, con o senza tetta.

Sara 

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